viernes, 8 de agosto de 2014

QUATTRO SOLI A MOTORE, de NICOLA PEZZOLI



Ya lo sé: me dispongo a recomendar un libro en italiano que va a ser muy difícil de encontrar en territorio español, y entiendo que no tenga mucho sentido apuntarse a un curso intensivo de italiano en agosto solo para poder leer este libro, aunque espero que algún editor español se ponga las pilas y lo traduzca pronto. Vamos al grano: no conozco a Nicola Pezzoli, el autor, ni nunca antes había oído hablar de él. Era un perfecto desconocido, hasta que durante mis vacaciones en Varigotti, Italia, un amigo me habló maravillas de este libro. Sin pensarlo, me hice con un ejemplar y me lo devoré en dos días. Para estar seguro de no equivocarme a raíz del calentón cerebral producido por el bochorno veraniego, lo volví a leer una segunda vez con la intención de corroborar la primera impresión. Y así fue. El libro es, sin más preludios, una auténtica obra maestra. De hecho, quiero ir más allá y decir que es el mejor libro que he leído de un escritor italiano después de Pirandello. A-C-O-J-O-N-A-N-T-E. Si en este mundo existiera una justicia divina, el señor Pezzoli debería ser un autor de cabecera que se enseña en la escuelas, un tío que vive sobradamente bien de la literatura y se dedica a rascarse el escroto y a visitar universidades y talleres literarios dando clases de escritura. Él sí que puede. Él sí que vale para eso. Él sí que sabe lo que es escribir con el corazón, desgarrar el papel con las palabras y golpear el alma del lector con humor corrosivo. El libro versa sobre la infancia de Corradino, un joven que relata su vida en un pueblo de la Lombardia occidental en los años setenta, un chaval inseguro que vive presa de los miedos más profundos, verdaderos lastres propios de la edad y del entorno. Cada día es una batalla para sobrellevar a los macarras del pueblo, quienes lo motean Scrofa (tarasca, cerda), las palizas del padre ignorante que descarga en él toda la frustración de su fracaso vital, los meapilas de la iglesia y sobre todo el señor Kestenholz, un anciano que vive recluido en una misteriosa mansión al otro lado del campo de maíz. Se dice de él que haya matado a sus tres hijos, que los haya momificado y luego devorados. Dicen que vive a la espera de que alguien acuda a su casa para descuartizarlo y meter sus trozos en la nevera. Sin embargo, no todo es como parece y la mansión Kestenholz acabará respondiendo muchas de las preguntas del joven Corradino en un final sorprendente que solo las mentes privilegiadas pueden orquestar.
Un libro melancólico envuelto en una espesa capa de humor corrosivo que te proporciona un descojono constante y descontrolado. Un libro para la posteridad de una de las grandes esperanzas de la literatura italiana. Me pregunto si será Nicola Pezzoli quien sacará a este país del oscurantismo cultural y hará pensar en los varios Fabio Volo y Federico Moccia como en una broma pesada de una época ominosa que por fin ha quedado atrás. Algunos fragmentos:

Quando arrivava la parte "Ricordati dei nostri fratelli che si sono addormentati nella speranza della Resurrezione", io sempre pensavo "Bei coglioni", perché immaginavo fosse gente radunatasi a bivaccare davanti alla tomba di Gesù, ma che poi aveva ceduto al sonno, perdendosi lo spettacolo. Mica lo sapevo che quella pappardella lí voleva dire "Ricordati dei morti" (pág. 134).

Mai ci fu un secolo cosí buio. E soltanto il prossimo saprà essere più buio. E quello dopo ancora, sempre peggio. Perché gli uomini sono destinati ad avere sempre più forza e potenza. Ma sempre meno intelligenza, saggezza e capacità di discernimento. E sempre meno bontà (pág. 281).

Chi nasce, nasce perché nel suo albero genealogico ci sono dei rami spezzati. Più che un albero, dobbiamo immaginare una legnaia di legna da ardere, Tonnellate di legna rotta e secca. Senza quella legna, segata e spaccata, non ci sarebbe quel fuoco che è la nostra singola, incidentale, vita. Siamo solo, e lo siamo tutti, nientr'altro che capricci del Caso.

Nada se le puede resistir a este hombre, ni siquiera el Nobel.



13 comentarios:

  1. Bueno.
    Apabullada estoy.
    En cuanto traduzcan algo de este hombre al castellano, no dudes en avisar.
    ¿De verdad no han publicado nada suyo en España?

    ResponderEliminar
  2. Este comentario ha sido eliminado por el autor.

    ResponderEliminar
  3. No hay nada en España; una lástima, porque es un libro maravilloso y algún editor español debería dar el paso y traducirlo. De lo mejor que he leído de escritores italianos.

    ResponderEliminar
  4. Grazie Francesco. Nicola Pezzoli e' un grande scrittore. E condivido tutto quanto hai scritto, parola per parola. Giustissimo quando dici che in Italia viviamo un periodo di oscurantismo. Vero pure che non abbiamo solo i Moccia ed i Volo. Un abbraccio da Milano :-)

    ResponderEliminar
  5. Tra le prime ad averlo letto, ma avevo già una garanzia precedente.
    Cristiana

    ResponderEliminar
  6. Grazie Francesco per questa nobilissima esaltazione di un libro eccellente. Purtroppo in Italia la storia va avanti così: solo chi ha aderenze si fa strada, perché gliela aprono le "aderenze". Il valore non conta, soltanto chi ti raccomanda.

    ResponderEliminar
  7. Caro Vincenzo, purtroppo non è solo un problema dell'Italia. Forse gli editori dovrebbero prima imparare a leggere e a capire la vera letteratura invece di fare tanti master in marketing.

    ResponderEliminar
  8. Fosse solo il marketing! Purtroppo ci si mette anche un’invadente filosofia politica d’accatto, da imbecillotti ideologizzati e ottusi, considerata preponderante sul fatto artistico, creativo, narrativo e psicologico! Se scrivi da dio dicono che sei troppo “letterario”, cioè troppo borghese, cioè troppo occidentale! Loro vogliono storie scritte col culo ma che parlino di immigrati sui barconi, di ragazze madri drogate e anoressiche, di operai così stupidi da pretendere che la fabbricaccia cancerogena NON chiuda…
    Certo, poi il lato commerciale è ancor più sconcertante, e lì la colpa è pure dei lettori. Basti pensare al kuokume che ci ammorba. Aver interessato la gente alle ricette può anche andarmi bene, fino a un certo punto. Ma adesso, dopo una sapiente divizzazione televisoide, siamo arrivati alla fase 2: le autobiografie dei kuoki!!!! Su un giornalozzo di questi giorni è pubblicizzata l’autobiografia di uno dei tanti (mai sentito, per quel che mi riguarda, ma per il popolino dev’essere un Mito). Il succo principale del libro, citato nella pubblicità, è che il grande kuoko italoamericano Joe per la mamma è ancora Giuseppe, e per la nonna Giuseppino… Roba così, SE LA COMPRI TE LA MERITI, SE LA LEGGI BEN TI STA!!!!
    Certi editori andrebbero accusati di Alto Tradimento.

    ResponderEliminar
  9. Pubblicano solamente quello che riescono a vendere, e riescono a vendere solamente libri di cuochi, di calciatori più o meno famosi e di puttane che ti raccontano quanto ce l'abbia minuscolo quel tal potentissimo politico.
    Alcuni anni fa ho pubblicato su una rivista letteraria italiana un mio racconto dove mi inventavo una storia di Guantalamo. Mi scrisse la segretaria della direttrice di una casa editrice, pensa tu. Avevano letto bla bla bla ed erano interessati bla bla bla. Spedii altri otto racconti. Mi telefonò la direttora: "Ma tu scrivi solo racconti? Sai quelli non li compra nessuno. Perché non scrivi un romanzo?"
    Inutile dire che il romanzo lo avevo già scritto e glielo mandai. Risultato: non si sono fatti più vivi. Si trattava di "Martedì dopo l'autunno", l'ho pubblicato un anno dopo presso un'altra casa editrice.
    Questa è la mia esperienza con la grande editoria italiana.

    ResponderEliminar
    Respuestas
    1. Purtroppo anche in Spagna ci spappolano il cervello con pubblicità merdosa di libri di troie, calciatori e cuochi, e immagino che negli altri paesi sarà lo stesso. È il nuovo andazzo...

      Eliminar
  10. p.s.
    Grazie per avermi fatto conoscere Hilsenrath E per avermi accostato a lui in un elenco che non mi è sfuggito... :)
    Sto leggendo Fuck America (dove l'unica cosa deludente è il titolo italiota ingiustificatamente puritanello: "Bronsky ricorda"...)

    ResponderEliminar
    Respuestas
    1. Bronsky ricorda è un titolo senza infamia e senza lode. Grigio. Di hilsenrath, è molto valido anche Il nazista e il barbiere. John Fante e suo figlio Dan sono i miei grandi idoli. Se trovi Angeli a pezzi, pubblicato da Marcos y Marcos, non te ne pentirai.

      Eliminar
  11. Sono felice di questa splendida recensione del libro di Nicola Pezzoli e la condivido appieno.
    Anch'io lo lessi e rilessi...
    Hola!

    ResponderEliminar